Fannulloni? Kill'em all!

La caccia al furbo e al fannullone è ufficialmente aperta. A dare il via alla stagione dell’acchiappa pelandrone, il ministro Brunetta, nuovo Martin Lutero dei mali del pubblico impiego.

Diciamo che in linea di concetto (e per esperienza diretta), sono anche io d’accordo sul fatto che nella pubblica amministrazione occorre sistemare un po le cose, partendo da leggi che facciano finalmente chiarezza sulle troppe scappatoie messe a disposizione dai soliti “furbetti del quartierino” per ottenere sgravi e benefici troppo facilmente concessi. Il dubbio che mi attanaglia è sapere se in questo ambito, verranno comprese anche le due categorie di dipendenti della P.A. dove maggiormente è visibile la manbassa dei benefici e la nullafacenza diffusa, ovvero politici e classe dirigente, oppure se questo cetriolo dovrà prenderselo sempre e solo il solito ortol-ano.

E sì. Perché in quei ranghi, regna una strana forma di assenteismo giustificato per motivi d’ufficio. Una sorta di assenza-presenza che ti fa guadagnare comunque e a volte anche di piu. In pratica ufficialmente sei in giro per motivi attinenti l’incarico (protratto a volte anche oltre l’orario di servizio, cioè in straordinario) mentre in realtà tutto si fa, tranne che produrre qualcosa che abbia a che fare col lavoro medesimo. E visto che i dirigenti saranno deputati a segnalare alle asl i dipendenti che si danno malati, chi avrà il coraggio di “fare la spia” comunicando i nomi di coloro col quale si fanno portare la borsa o con cui vanno tutti i mercoledì a giocare a calcetto?

Estirpare il male secolare del “fancazzismo” è un lavoro veramente arduo. Anche perché prima di riuscire a cancellare certe abitudini malsane, occorrerebbe riuscire a cambiare mentalità, cosa a cui l’italiano generico medio risulta storicamente (ma io direi anche scientificamente) molto refrattario.

Non credo cambierà molto. Per adesso vedo solo tanta buona volontà e tante rotture di scatole per chi (come me) versa in una situazione veramente difficile e deve quotidianamente affrontare le difficoltà di una malattia e i disagi di una pubblica amministrazione confusa, impreparata e forse troppo proiettata ad arrivare senza troppe difficoltà al 27 del mese.

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